Dite la verità: quanti di voi credono nei fantasmi e non ne hanno nessuna paura? Ebbene, se qualcuno mi rivolgesse questa domanda io, sinceramente, risponderei che ci credo e ne ho timore.
Qualcuno tra voi sorriderà pensando che io sia un'ingenua, qualcun altro mi darà ragione, e i più scettici, infine, mi compatiranno ma, forse, se leggessero questa storia fino alla fine, potrebbero anche ricredersi.
Personalmente ho sempre temuto ed evitato le storie che riguardano gli spiriti, forse perché ci credo. Difatti, nello scorrere le pagine del web per le mie ricerche, mi sono imbattuta nella storia di Azzurrina e sin dalle prime righe, ho avvertito un brivido di timore. Ma la mia attenzione era ormai catturata e, invece di abbandonare la lettura, come invece suggeriva il mio istinto, ho proseguito e alla fine devo ammettere di essermi commossa.
Il vero nome di Azzurrina, una bimba di cinque
anni vissuta nel medioevo, era Guendalina Malatesta, figlia del feudatario Ugolinuccio
di Montebello, signore del locale maniero.
Si narra che Guendalina fosse nata albina, dai
capelli talmente biondi da sembrare candidi e gli occhi cerulei, lo stesso colore del cielo in primavera.
La piccola era una bimba buona e molto ubbidiente, ma le
sue caratteristiche albine, per quei tempi, rappresentavano la sua sventura. Nel
medioevo, infatti, tra il popolo regnava la totale ignoranza, ed era credenza
popolare che gli albini fossero figli del demonio e che praticassero la
stregoneria.
I genitori di Guendalina, a salvaguardia della loro bambina, che rischiava il linciaggio, furono costretti a tenerla segregata nel castello. La madre tentò persino di nascondere il candore dei capelli con pigmenti vegetali ma, non avendo molta esperienza di tinture, ottenne il risultato di conferire alla capigliatura della sua bimba suggestive sfumature azzurre che, unite al colore straordinario degli occhi, le fecero guadagnare il soprannome di Azzurrina.
La storia narra che la bimba non visse mai la
sua breve vita serenamente, come una buona parte dei bambini del mondo e non uscì mai dalla sua pur
dorata prigione. Azzurrina, per decisione del padre, sin dalla nascita, venne
sorvegliata a vista da due guardie, che non l’abbandonavano mai.
Eppure, nonostante la stretta sorveglianza, accadde che la notte tempestosa di quel remoto solstizio d’estate, mentre la piccola era intenta a giocare con una palla di pezza, la sfera le sfuggì dalle mani e rimbalzò lungo le scale che conducevano a uno scantinato. Azzurrina la rincorse per recuperarla ed eluse così, anche se per pochi secondi, la sorveglianza della scorta.
Le guardie la udirono urlare e si precipitarono
nei sotterranei del maniero, ma della ragazzina non trovarono tracce. Vennero
setacciati per giorni sia il castello che il borgo vicino, ma il corpo della bimba non fu mai ritrovato e nemmeno fu mai ritrovata la palla con cui
stava giocando.
Azzurrina si era come volatilizzata nel nulla.
Inutile descrivere la disperazione e lo
sgomento dei genitori davanti a quell’assurda scomparsa e alla perdita dell’amata
figlioletta.
Molti dubbi su questo fatto sono tuttora da chiarire. Chi, cosa o quale potere arcano ha attirato la palla della bimba fino allo scantinato? Che fine ha fatto il corpo di Azzurrina? E la palla con cui giocava? Non esiste nessun passaggio segreto che possa far pensare a qualcuno penetrato dall'esterno e di conseguenza a un rapimento.
Da quella misteriosa sparizione nacque la
leggenda che narrava che ogni cinque anni, l'età di Guendalina al momento della
scomparsa, e nel giorno del solstizio d'estate, fosse possibile ascoltare la voce
della bimba risuonare nel castello.
Storia o leggenda, la notizia del piccolo fantasma che faceva sentire la sua voce, travalicò i secoli attirando nel castello molti curiosi e amanti del paranormale.
Considerata la testimonianza di molte persone serie
e scientificamente preparate, l’università di Bologna decise di analizzare la
questione. Durante il solstizio estivo del 1995 iniziò degli studi approfonditi e
mediante dei nastri magnetici, gli esperti riuscirono a registrare dei suoni alquanto inquietanti. Sui nastri rimasero impressi i rumori di un temporale, con relativi tuoni e il ticchettio della pioggia, il
rimbalzare di una palla lungo le scale e, soprattutto, i lamenti di una bimba che
invocava la sua mamma.
Si tratterebbe di un ectoplasma dunque, per
niente temibile ma, al contrario, tenero ed emozionante.
Di questa storia sfociata in leggenda e viceversa, è risaputo che la voce infantile di Azzurrina registrata sui nastri, che viene fatta ascoltare durante le visite nel castello, susciti nei presenti tanta malinconia e tenerezza. Le stesse sensazioni che ho provato io e che mi hanno commossa fino alle lacrime.
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