Fantasia

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La brama della scrittura arde come una fiamma in un cuor propenso. Vivì

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venerdì 17 febbraio 2023

La leggenda del mandorlo

 






Alla fine dell'inverno, tra febbraio e marzo, le campagne siciliane indossano un'eterea livrea offrendo uno spettacolo incantevole agli occhi e alla mente dei visitatori.

I mandorli anticipano la primavera colorandosi di bianco e di rosa tenue e la loro fioritura è simbolo di rinascita e di speranza.

Secondo un'antica leggenda greca, Acamante, giovane eroe greco figlio di Fedra e di Teseo, si trovava in viaggio verso Troia. Durante una sosta in Tracia conobbe la principessa Fillide e due si innamorarono perdutamente promettendosi, poi, amore eterno.

Purtroppo, essendo destinato a combattere la guerra di Troia, il giovane fu costretto a partire lasciando l'amata in preda alla disperazione.

Fillide attese per dieci lunghi anni il ritorno dell'innamorato ma, quando seppe della caduta di Troia e non lo vide tornare, lo immaginò perso per sempre e si lasciò andare morendo, infine, di dolore.

La dea Atena venne a conoscenza della struggente storia d'amore e della tragica fine della giovane donna e si impietosì, talmente, da decidere di trasformare Fillide in un mandorlo.

Quando Acamante tornò, non trovando l'innamorata si disperò, ma venne anche a conoscenza della prodigiosa trasformazione e si recò sul posto a piangere il perduto amore. Nel momento dell’addio abbracciò il tronco del mandorlo con dolore e trasporto immenso.


La creatura silvestre avvertì in quell'abbraccio un amore profondo e rispose al sentimento facendo spuntare sui rami scheletrici degli splendidi boccioli bianchi con sfumature rosa.

Anticipando la primavera, quell'abbraccio amorevole si rinnova ogni anno rivestendo i rami di colore e testimoniando l'amore eterno dei due leggendari innamorati.

Nella Valle dei Templi, ad Agrigento, ogni anno a inizio marzo si festeggia per tradizione il rifiorire dei mandorli che simboleggiano il ritorno alla vita.


                    



Lggenda tratta dal web ed elaborata dall'autrice del blog
immagini dal web


lunedì 6 febbraio 2023

La leggenda delle pesche sacre

 





La leggenda narra di un uomo che si recò a pescare in un lago incastonato in una piccola valle tra le cime di alcune alte montagne. L'uomo percorse il lago sopra una zattera finché, scoprendo un’insenatura sconosciuta vi entrò, quindi, accostando a una delle rive rocciose scorse, celata tra gli arbusti, l'ingresso di una grotta.   Incuriosito il pescatore vi si addentrò fino a che sbucò in una misteriosa vallata del tutto invisibile dall'esterno. L'uomo si aggirò nella zona come ammaliato dalla bellezza del panorama bucolico ricco di campi fioriti e di alberi di pesco, finché incontrò gli abitanti del luogo che si mostrarono cortesi e disponibili. Gli sconosciuti lo invitarono a visitare il villaggio offrendogli anche cibo e ospitalità. L'uomo mangiò a sazietà e finì il suo pasto assaggiando una pesca dalla buccia vellutata. Le stesse pesche che aveva ammirato sugli alberi della valle.                                 

Il pescatore trovò quel luogo tanto ameno e accogliente da pensare di rimanervi per tre giorni prima di decidere di far ritorno tra la sua gente. Accadde però che al suo rientro al villaggio il pescatore non riconobbe più i luoghi e non riuscì nemmeno a capire dove si trovasse.  Non trovò nemmeno gli amici e i parenti che vi aveva lasciato e si rese anche conto che persino nella sua dimora vivevano persone sconosciute.  Quando chiese spiegazioni alla gente dichiarando la sua identità non gli credettero, fino a che gli anziani del villaggio rammentarono la storia di un uomo vissuto trecento anni prima e misteriosamente scomparso tra quelle montagne. Gli dissero anche che la vedova del pescatore si era disperata per giorni e aveva dovuto allevare i loro figli da sola. Uno dei discendenti dello scomparso viveva ancora al villaggio e forse era disposto ad accompagnarlo alla tomba di famiglia. 

Il pescatore non diede credito a tutte quelle che considerava solo fantasticherie e si disperò nel tentativo di spiegare che l'uomo scomparso era proprio lui e che era stato lontano soltanto tre giorni. Gli abitanti lo compatirono pensando che fosse solo un folle. L'uomo tornò allora sulla montagna e ritrovò il lago, ma si aggirò per giorni e giorni senza più riuscire a trovare la misteriosa grotta e nessuno sentì più parlare di lui. La gente del villaggio non credette alla storia raccontata dal pescatore, ma l'idea che potesse esistere un luogo dove crescevano alberi di pesco, che producevano frutti dai poteri straordinari si diffuse in tutto il paese. Il monte in questione venne battezzato Sondo, il monte delle pesche sacre, il nome con cui è conosciuto ancora oggi nella Corea del Sud.

                                      


                          Leggenda dal web elaborata dall'autrice del blog