Il monte Amariana, nel Friuli,
è alto 1906 m. ed ha la forma piramidale. Un tempo si credeva che
per la sua cima conica fosse un vulcano.
Un'antica leggenda narra di
una fanciulla bellissima e dalla pelle vellutata come una rosa di maggio. La
ragazza si chiamava Amariana e viveva in una piccola casa rurale poco distante
dal fiume costruita interamente di sassi e col tetto di paglia.
La giovane si recava spesso sulle
rive per fare il bucato e, mentre lavava e sciorinava i panni al sole, levava
la sua voce cristallina e cantava in modo soave e melodioso.
Accadde che un giorno, l’Orcolat, creatura malvagia e dall'aspetto mostruoso, che tutti gli abitanti del villaggio temevano ed evitavano, passando nei pressi del fiume udì cantare la fanciulla e quella voce da usignolo lo incantò.
L'Orcolat desiderò scoprire a
chi appartenesse quell’incantevole voce e, seguendo il suono che lo aveva tanto
emozionato, finalmente arrivato al fiume vide l'avvenente cantante.
L'Orcolat se ne invaghì all'istante
e stranamente confuso ed emozionato, per un essere malvagio, rimase nascosto per un po’ senza sapere che
fare.
Ignara della mostruosa presenza
che la spiava, la fanciulla continuò tranquillamente a cantare e a sciorinare i
panni.
La perfida creatura prese coraggio e rotto ogni indugio si decise. Ormai pronto a dichiarare il suo amore alla giovane cercò prima di sistemare un po’ il suo aspetto selvaggio, poi colse un bocciolo di rosa da offrirle e uscì alla scoperto.
Nonostante l'Orcolat tentasse di mitigare il suo fare irruente e il suo passo pesante, lei, inorridita dal suo aspetto mostruoso si spaventò. "Non aver paura! Non voglio farti del male!" le disse lui cercando inutilmente di convincerla delle sue buone intenzioni. Amariana non volle saperne di ascoltarlo, e fuggì, abbandonando il suo bucato sulla sponda.
L'Orcolat, che rimase basito e
contrariato da quella reazione, strinse il pugno tanto violentemente, che la rosa nella sua mano sfiorì
all'improvviso e come per incanto.
Dimentico di tutto il male e di tutto il terrore sparso per la valle con la sua presenza, l'Orcolat iniziò a compiangersi: “Oh, povero me! Che posso fare?”
si domandò ma, proprio in quel momento, il re del fiume che
aveva assistito alla vicenda, gli parlò ricordandogli la sua natura inumana e
suggerendogli di non farsi illusioni ma di rivolgere le sue attenzioni altrove.
Ma il mostro, ormai convinto che
la fanciulla fosse destinata a lui, non
si rassegnò anzi, rivolse la sua collera e la frustrazione al fiume, poi fece
ritorno al suo rifugio a studiare un piano per rapire e impossessarsi della
fanciulla, ormai diventata l’oggetto del suo desiderio.
Nel frattempo, Amariana aveva
già raccontato ai genitori quanto era accaduto sulle sponde del fiume e fu
proprio la madre che le consigliò di
recarsi dalla Regina dei Ghiacci per domandare un parere.
E così, il mattino dopo, Amariana
si avviò verso la cima del monte e lì rimase in attesa, finché con una luce vivida
e abbagliante, la gelida signora le apparve in tutto il suo splendore.
“Mia cara fanciulla, -le disse
- conosco già il tuo tormento e credimi non c'è soluzione, perché quella
creatura si è tanto invaghita di te da non rassegnarsi mai al tuo rifiuto. “
Amariana avvertì il mondo crollarle
addosso e scoppiò in lacrime.
Commossa dall’ accorato pianto
e dallo strazio evidente della fanciulla, la regina sostò pensierosa qualche
minuto, quindi le si avvicinò sussurrandole la sua proposta.
Amariana avverti un gelo
profondo pervaderle il corpo e sul suo bel volto si spense ogni voglia di
vivere.
“Piuttosto che appartenere a
quel mostro accetto il mio destino! - rispose con la morte nel cuore - Fai quel
che devi, mia regina e così sia! “
La gelida signora annuì e levò
le mani. Un vento di tempesta si levò minaccioso e il suo ululo selvaggio percorse
la vallata ampliato da un’eco infinita.
Il volto della fanciulla si
trasformò in pietra, le spalle divennero cime aguzze, gli abiti si tinsero del
verde degli abeti e i lunghi capelli divennero torrenti.
Dopo qualche istante un gelido, mortale silenzio piombò nei dintorni e persino la natura tacque nel rilevare il tragico risultato dell'incantesimo. Amariana si era trasformata nel
monte che porta il suo nome.
Ma la Regina dei Ghiacci volle
punire l'Orcolat per la sua presunzione e la perfidia e lo rinchiuse per l'eternità nel monte San
Simeone, da dove ancora oggi, ogni tanto, tenta di raggiungere Amariana e lo fa
con passo talmente pesante, che la terra trema e gli abitanti di quella zona, che
conoscono la leggenda, esclamano: “Ecco, ci risiamo! L'Orcolat si è risvegliato!
“
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