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I soldati dell’
usurpatore irruppero nel villaggio ancora immerso nel sonno e iniziarono la
loro opera distruttiva appiccando il fuoco alle prime capanne. Il vento gelido
che soffiava sulla steppa alimentò le fiamme, che in pochi minuti si
propagarono scatenando l’ inferno.
Destati dalle
urla e dal fumo acre, gli abitanti uscirono precipitosamente all’ aperto
cercando scampo nella fuga e tentando di mettere in salvo gli anziani e i
bambini.
Purtroppo, i
soldati lanciati nel folle galoppo fecero una strage.
Un nugolo di
frecce e di giavellotti, si abbatté a pioggia sui fuggitivi. Ben pochi furono i
superstiti e solo ai più giovani e alle più belle tra le ragazze venne
risparmiata la vita, ma solo con l’ intento di renderli schiavi.
Tuya, una
ragazzina di appena undici anni, si salvò grazie all’ intervento di suo padre,
lo stregone del villaggio. Le urla lo avevano strappato bruscamente al sonno e
l’ uomo aveva subito intuito che vi era un attacco in corso. Aveva raccolto in
fretta le vesti e alcune cose nella capanna e, svegliata la ragazzina l’ aveva
sospinta all’ esterno esortandola alla fuga. Giunti al recinto dove venivano
custoditi i cavalli, l’ aveva poi costretta a montare in sella.
« Tuya,
guardami!» le aveva detto con urgenza ponendole nelle mani un involucro, mentre
lei si disperava:
« No padre, vi
prego! Non voglio lasciare il villaggio! Permettetemi di restare con voi!»
Il tono dell’
uomo si era fatto grave, severo:
« Non c’è tempo,
Tuya! Ascoltami! La profezia incisa sulla Roccia Sacra dai nostri antenati, si
è verificata. Il nostro destino è stato scritto molto tempo prima che tu
nascessi e noi vi stiamo andando inesorabilmente incontro. A te è stata
affidata la missione più importante e la devi portare a compimento. Devi
salvarti figlia mia e se gli dei vorranno, con te si salverà la nostra stirpe,
la nostra storia e i segreti del nostro popolo.» L’ anziano pose una carezza
sul volto della ragazzina in preda al panico, poi le porse una tracolla e un
involucro di seta: « Prendi questo, Piccolo fiore e portalo al monastero di
Chuulun Damba. Là conoscerai la verità. Salva la tua vita e il nostro popolo
ritornerà a vivere grazie a te!»
Le fiamme e il
fumo già si propagavano e le urla dei feriti e dei fuggitivi si espandevano,
coprendo ogni altro rumore e contribuendo a confondere e terrorizzare l’ animo
della ragazzina.
Con gli occhi
colmi di lacrime, Tuya tese le braccia verso il padre per abbracciarlo e
stringersi al sicuro sul suo petto, ma l’ uomo la respinse con decisione,
afferrandola per i polsi. « Sii forte!» le disse con sguardo severo.
« Non conosco la
strada, padre!» mormorò, confusa dall’ atteggiamento duro del genitore.
« Affidati a
Soffio Impetuoso. Lui saprà dove portarti» le disse, carezzando il manto scuro
del magnifico stallone. L’ animale volse il lungo collo sull’ anziano e
muovendo su e giù la testa sembrò annuire.
Lo stregone
sorrise debolmente. « L’ ingresso alle donne è interdetto in quel luogo sacro e
dovrai aver pazienza e attendere un po’ di tempo, ma non ti dovrai scoraggiare.
Quello che ti ho consegnato è il tuo lasciapassare. Ricordati di cingerlo sulla
fronte e le porte del monastero si spalancheranno per lasciarti entrare. Mi hai
capito?»
« Sì, padre.»
mormorò la ragazzina.
« Allora addio,
figlia mia! Le stelle sono con te e illumineranno il tuo cammino!» esclamò l’
uomo, quindi assestò una lieve manata alle terga del cavallo spronandolo a
muoversi. Soffio Impetuoso rispose al comando con un balzo in avanti e Tuya
dovette aggrapparsi con tutte le sue forze alla lunga criniera per non cadere.