Fantasia

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lunedì 24 agosto 2020

Creature mitologiche: i Centauri

 

                                                       

Alcuni antichi scritti narrano che Issione, re dei Lapiti, essendosi invaghito della dea Era, un giorno tentò di sedurla e Zeus si vendicò, dando a una nuvola le sembianze di sua moglie. 

Issione cadde nell'inganno e si accoppiò con la nuvola e dall'insana passione nacque appunto Centauro, una creatura deforme, per la metà superiore del corpo, un umano e per quella inferiore cavallo. 

Una volta adulto Centauro si accoppiò con alcune giumente del monte Pelio dando origine alla mitica razza ibrida.

In alcune leggende i Centauri abitavano sui monti e nelle foreste e venivano descritti con una indole irascibile, selvaggia e brutale. Di solito raffigurati armati di una clava o con un arco, di cui si favoleggiava fossero campioni. La loro indole bellicosa li spingeva ad aggredire gli esseri umani assalendoli al galoppo ed emettendo urla fragorose.

Si narrava inoltre, che fossero grandi estimatori di vino, ma che non ne reggessero a lungo gli effetti e che finissero spesso a ubriacarsi.



Con i comuni mortali si dice condividessero alcuni pregi, tra cui l'intelligenza e la saggezza, ma anche molti difetti moltiplicati fino a raggiungere limiti elevatissimi.

Uno dei Centauri più famoso per l'immensa saggezza fu Chirone, che divenne addirittura precettore di alcuni eroi. 

La leggenda più nota che riguarda queste mitiche creature è quella della battaglia contro i Lapiti, che scoppiò in occasione del banchetto nuziale di Piritoo e Ippodamia. Durante i festeggiamenti i Centauri, ormai del tutto ubriachi, tentarono di molestare la novella sposa scatenando le ire del marito e di tutti gli altri invitati.



La lotta tra i Lapiti e i Centauri viene detta centauromachia e nel tempo è diventata il simbolo della contesa armata tra la barbarie  e la civiltà, molto ben raffigurata e rappresentata tra i grandi artisti, scultori e pittori, dell'età classica.

In astrologia la sua variante principale è la figura del Sagittario nell'atto di tendere l'arco. In araldica è spesso raffigurato con la testa volta all'indietro mentre mira con l'arco teso e scaglia frecce. Esiste anche una variante femminile detta Centauressa o Centaurella.






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venerdì 21 agosto 2020

Creature mitologiche: l'unicorno

 


L'unicorno, detto anche Liocorno o Leocorno, è una creatura sortita dalla fervida fantasia umana, che viene raffigurata con il corpo di un candido cavallo e un lungo corno tortile in mezzo alla fronte, da cui deriva il nome.

La leggenda narra che fosse dotato di poteri magici e in molte descrizioni viene dipinto con una coda da leone e strani zoccoli bipartiti, quasi caprini.

In Europa, si sentì parlare per la prima volta di questa straordinaria creatura grazie ai resoconti di Ctesia, medico viaggiatore e appassionato di storia e di scienze, vissuto nel sesto secolo a.C. Si divulga così nel vecchio continente il mito dell’Unicorno e, purtroppo, nonostante la mancanza di prove effettive sulla sua esistenza, diventa l’ambitissima preda di molti cacciatori e ricercatori di trofei.



L’unicorno era sinonimo di spirito libero e di saggezza; nato selvaggio, si narrava potesse essere ammansito soltanto da una vergine, simbolo lei stessa di purezza. A questo riguardo, si favoleggiava che, in caso d’incontro tra una fanciulla e un unicorno, l’animale le corresse incontro e posata la testa sul suo petto si acquietasse, addormentandosi beatamente.

Nell'immaginario collettivo si fantasticava che, se il suo corno fosse stato rimosso l'animale non sarebbe sopravvissuto, inoltre,  una delle tante credenze popolari attribuiva alla sporgenza un potente potere di antidoto contro qualsiasi tipo di veleno.

L'uso del corno come antivelenifico si diffuse nell’Europa medievale, in realtà, essendo soltanto frutto di fantasia, veniva sostituito da denti di Narvalo, corna di Orici, o addirittura con dei falsi riprodotti finemente.

Di questa superstizione sul corno viene trovata menzione nell'inventario del tesoro di papa Bonifacio, del 1295 anche se, pare, che l'uso fosse già diffuso in alcune delle più rinomate corti europee.



Con l’avvento e il progredire delle moderne scienze naturalistiche si iniziò a mettere in dubbio la reale esistenza dell'unicorno, che uscì in modo graduale dal Bestiario, l’elenco ufficiale degli animali esistenti, fino ad essere del tutto escluso alla fine del secolo scorso.

In araldica, questa mitica creatura, divenne il simbolo di molti casati nobiliari, uno su tanti quello dei Borromeo di Milano e, addirittura, sullo stemma della regina d’Inghilterra. Oggi lo si trova anche sullo stendardo di una contrada del Palio di Siena e sullo stemma del Canada e della Lituania.

                                                                                                                                                       




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sabato 1 agosto 2020

Zeus e gli dei dell’olimpo



Zeus, Giove per i romani, è il signore dell'Olimpo, dio del cielo, del fulmine e dei fenomeni atmosferici. I simboli che più lo rappresentano sono la folgore, lo scettro, la quercia, l'aquila e la bilancia.


Era, Giunone per i romani, è la moglie di Zeus e regina degli dei. È la protettrice della famiglia e del matrimonio, ma anche delle semplici unioni. I suoi simboli sono il pavone, la corona, il melograno e la leonessa.


Poseidone, Nettuno per i romani, è il dio del mare, delle sorgenti, dei cavalli e dei terremoti. I simboli che più lo rappresentano sono il tridente, il toro e il cavallo.


Demetra, Cerere per i romani, è la dea della fertilità, dell'agricoltura e delle piante. I suoi simboli sono il grano, la fiaccola, il papavero e il maiale. Dal suo nome deriva la parola cereale.


Dioniso, Bacco per i romani, è il dio del vino, della ebrezza, delle feste e della follia. I suoi maggiori simboli sono la vite, la coppa e l'edera.


Apollo, per i romani Apollo o Febo. Ereditato dalla leggenda greca è equiparato ad Helios, il dio della luce. È anche il dio delle arti, della musica, della profezia, della medicina. I simboli che più lo rappresentano sono il sole, la lira, e l’arco con le frecce.


Artemide, Diana per i romani. E la dea della caccia, della purezza, del tiro con l'arco e di tutti gli animali del bosco. I simboli principali sono la luna, il cervo e l'arco con le frecce.


Ermes, mercurio per i romani è il messaggero degli dei e dio del commercio, della parola e dei ladri. I suoi simboli principali sono il caduceo, bastone alato con due serpenti attorcigliati, i sandali e l’elmetto alati.


Atena, Minerva per i romani. E la dea vergine della saggezza, dell'ingegno, della guerra e della strategia. I suoi simboli sono l'egida, lo scudo invincibile attribuito a Zeus e ricoperto di pelli di capra, l'ulivo e la lancia appena forgiata.  Atena è anche la protettrice della città di Atene.


Ares, Marte per i romani. È il dio della guerra. Una divinità non molto ben vista e ben voluta a causa del carattere collerico e scontroso. Amava in modo particolare lo scatenarsi dei conflitti più cruenti e violenti. Marte è considerato anche protettore dei soldati e l’amante di Afrodite. I suoi simboli sono l'armatura, la lancia, la quadriga con i cavalli e la fiaccola.


Afrodite, Venere per i romani, è la dea della bellezza e dell'amore. Le leggende sulla sua nascita non sono concordi. In una si narra che era figlia di Zeus e di Dione, mentre in un'altra, molto più suggestiva, si narra che venne generata dalla schiuma del mare quando Crono vi gettò i genitali di Urano. I suoi simboli sono la colomba, il passero e il delfino.


Efesto, Vulcano per i romani, è il dio del fuoco e della lavorazione metallica. Ripudiato alla nascita dai genitori, Zeus ed Era, perché nato con una anomalia fisica. Quando fu adulto si vendicò di sua madre imprigionandola e solo dopo molte insistenze degli altri dei si convinse a liberarla, facendo poi ritorno nell'Olimpo. I suoi simboli sono il fuoco, il ferro, l'incudine e il martello.


Hestia, Vesta per i romani, è la dea del focolare domestico. Le Vestali, sacerdotesse rinchiuse nel tempio a lei dedicato, avevano il compito di custodire il fuoco sacro per impedirne lo spegnimento. La dea viene spesso raffigurata con una lunga stola e uno scettro tra le mani. 




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