Sul mito di
Narciso hanno favoleggiato molti antichi autori ma, la leggenda più famosa e
forse più suggestiva è quella scritta dal poeta romano Plubio Ovidio Nasone,
conosciuto semplicemente come Ovidio.
Il racconto
che, probabilmente, è ispirato alla versione ellenica di Partenio, il poeta lo
arricchisce di particolari per aumentare il fascino e la magia della trama.
Ovidio narra che Narciso, giunto al sedicesimo anno di età, era già un giovane di un'avvenenza tale da affascinare chiunque lo avesse incontrato, rimanendone ammaliato e innamorandosene, a prescindere dal sesso e dall'età.
Ma
Narciso, del tutto indifferente nei riguardi del prossimo, pare respingesse ogni
proposta amorosa.
Un
giorno, mentre era a caccia di cervi, il giovane udì una voce dalla tonalità
argentina, che si esprimeva in modo limitato con molti gorgoglii musicali e
risate.
Quella voce apparteneva alla ninfa Eco che, appena lo vide, rimase ammaliata dal suo fascino. Desiderosa di comunicare con lui ma, del tutto incapace, Eco iniziò a seguire il giovane di nascosto. La leggenda prosegue narrando che la giovane ninfa era stata privata della possibilità di parlare dalla dea Era, per punirla di averla intrattenuta con discorsi fatui mentre Zeus la tradiva con altre ninfe.
Del
tutto ignorata da Narciso, la speranza di Eco di poterlo sedurre,
andò ben presto in fumo e la ninfa dovete arrendersi di fronte alla glacialità
che il giovane le dimostrava.
Delusa
e affranta, Eco si isolò dal resto del mondo lamentandosi e
piangendo fino a consumarsi e fino a che di lei rimase soltanto l'eco della sua
voce nell'aria.
Ma Nemesi, la dea distributrice di giustizia, raccolse i suoi accorati lamenti e commossa e impietosita decise di punire lo sprezzante giovane.
Mentre
passeggiava nel bosco Narciso si imbatté in una polla di acqua cristallina e vi
si accostò per dissetarsi.
L'acqua
gli rifletté l'immagine di un bellissimo giovane che lo fissava a sua volta.
Non essendosi mai specchiato, Narciso non si riconobbe in quell'avvenente figura
e se ne innamorò follemente.
Sarà
soltanto dopo un po' di tempo che si renderà conto della realtà e consapevole
che il suo fosse un amore folle e impossibile si lasciò morire di stenti.
Quando
le ninfe ne prelevarono il corpo per porlo sulla pira funeraria, tra l'erba trovarono un fiore sconosciuto, a cui venne dato lo stesso nome del giovane vanesio.
La
leggenda si conclude con Narciso mentre attraversava lo Stige, il fiume dei
morti. Il giovane si affacciò nelle acque scure, con la speranza di rivedere
ancora una volta il volto e la figura di cui si era tanto innamorato.
immagini Pinterest
Ricordavo vagamente la leggenda di Narciso che si era innamorato della sua immagine riflessa nell'acqua e di Eco che si era consumata per amore, tanto da rimanerne solo la voce. Mi ha fatto piacere rileggere questa storia e, come sempre, le immagini sono bellissime. Saluti cari.
RispondiEliminaGrazie mille Mirtillo e buona serata. 🌹🌹🌹
RispondiEliminaCiao Vì. Non so più che dire. Ogni giorno riesci a stupirmi e non trovo più parole adatte per complimentarmi. Ogni volta penso che prima o poi finirà questa tua vena estrosa e ogni volta mi devo ricredere. Che dire? Complimenti sinceri.
RispondiEliminaGrazie per i complimenti sinceri, per le letture e il commento. Sempre gradito anche se anonimo. Buona giornata.
EliminaCiao Vivi, l'hai descritto in una forma brillante, una leggenda eccitante, davvero.. la tragedia dell'essere innamorati di se stessi e la povera Eco, la ninfa si innamoro follemente di Narciso, ma non puo amare nessuno tranne se stesso... ora e un fiore.
RispondiEliminaStoria incredibile, complimenti, e grazie come sempre, per un'interessante pubblicazione. Buona notte da un Buenos Aires sotto zero
Ciao Chicca...avete così tanto freddo? Brrr...copriti mi raccomando! Non ti ammalare! Un bacione grande.
Elimina❤❤❤
RispondiElimina(Adoro le illustrazioni de Waterhouse!)
Ciao Vivì, purtroppo il "fentasi" non è molto nelle mie corde. Ma i miti dell'antichità mi piacciono si. Conoscevo già il tuo blog, ogni tanto ci passo. In fine mi decido per un doveroso saluto. Buona giornata ☺☺☺
RispondiEliminaAlberto ti ringrazio per essere passato e avermi lasciato il tuo saluto. Spero che torni presto e trovarmi e a leggermi. Un saluto e un sorriso.
EliminaLa storia di Narciso è una delle mie preferite.
RispondiEliminaTi ringrazio per avermi regalato 5 minuti di lettura intensa e deliziosa.
Grazie a te per le letture Stefania. A presto e serena giornata.
EliminaCavolo, Vivì... chi ama se stesso, dunque, è destinato all'infelicità e alla morte di stenti?
RispondiEliminaO a diventare un bel fiore?? :D
Moz-
Ciao Miky...considerato che sono vanitosa, ma non vanesia, se dovessi scegliere, ovviamente, sarei per la seconda opzione. Un fiorellino fresco e profumato...😊😊😊 Ciao Miky e grazie per la visita.❤
EliminaCiao Valeria. Con queste ricerche sto imparando anche io tante cose nuove. Grazie per la visita e per il tuo commento. Buona giornata.
RispondiEliminaConoscevo la storia di Narciso ma tu mi hai rinfrescato la memoria.
RispondiEliminaÈ una leggenda triste che fa capire come può essere una calamità innamorarsi di un narciso (di una persona che mette sempre al centro se stesso)perché questa persona non capirà mai i bisogni dell'altro ma vorrà sempre tutti ai suoi piedi. Trattasi di una personalità malata che soffre e fa soffrire chi ha la disavventura di essere a lui (o a lei) vicino.
Giusto Sara. Meglio lasciar perdere i vanesi e gli egoisti, inclini solo a far del bene a loro stessi e a non preoccuparsi degli altri. Grazie per la visita e per il commento cara e a presto.🌹🌹🌹
RispondiEliminaQuanto è bello leggerti.. complimenti davvero!!!
RispondiEliminaGrazie Corinne e a presto. ❤❤❤
EliminaUna storia incredibile e avvicente, dalla quale c'è molto da imparare...
RispondiEliminaSempre bello leggerti, cara Vivì,sereno giorno e un abbraccio,silvia