In un tempo assai remoto e su una
piccola, magica isola posta al centro del lago di Tegid, viveva una bellissima dea.
La sua dimora era un castello immerso in un parco immenso. Il maestoso edifico era
avvolto da un fitto intrico di edera abbarbicatasi alle mura da tempo immemorabile.
La dea si chiamava Cerridwen ed era amante
della musica, del canto e della poesia.
Gli abitanti di quel luogo fatato adoravano
la dama del castello, perché lei sembrava avesse un bel carattere, ed era
solita intrattenerli narrando storie e leggende suggestive di un'epoca lontana, quando la pace regnava nel mondo e tutto era bello e armonioso.
Cerridwen mise al mondo due bambini, il
primo bello e solare come sua madre e dal pianto melodioso e incantatore mentre,
il secondo al contrario, molto brutto e deforme.
La nascita del primo bimbo venne festeggiata
a lungo dagli abitanti dell’isola, mentre quella del secondo venne totalmente ignorata.
La dea soffrì molto e pianse a lungo per
questo suo figliolo, fino a che decise di rimediare all'errore di madre natura facendo dono della conoscenza e della poesia al disgraziato bimbo.
Ma per portare a termine l'incantesimo, la
dama dovette chiedere il sopporto a Gwoin, il suo giovane aiutante. Con lui la
dama setacciò tutta la foresta, i pascoli e la valle, alla ricerca delle erbe
indispensabili per la preparazione della magica pozione.
La ricerca risultò lunga ed estenuante. La
leggenda narra che i due camminarono sette volte sette settimane ospitati di
volta in volta da Elfi e creature magiche del bosco o dormendo sui prati sotto un
manto di stelle.
Quando infine tornarono al castello, la
dama si mise all'opera riempiendo un calderone con le acque misteriose del lago
e mettendovi a bollire le erbe raccolte. A guardia del miscuglio mise il suo
giovane aiutante, con la raccomandazione di vigilare che il fuoco rimanesse
sempre acceso, sebbene non troppo vivace e che le erbe sobbollissero piano e a
lungo. Per mantenere sempre vive le fiamme furono coinvolti nella raccolta dei
ciocchi indispensabili, gli abitanti dell’isola e persino gli animali della
foresta. Il fuoco avrebbe dovuto rimanere acceso per ventotto giorni e ventotto
notti, un’intera fase lunare per la riuscita dell'incantesimo.
Ma durante la cottura, la dea si accorse
che le erbe si erano ridotte tanto da non bastare e sì assentò per
incrementarne la quantità. Tornò giusto in tempo nell'ultimo giorno della luna,
dando ancora a Gwoin l'incarico di aggiungerle.
Esausta per il lungo viaggio Cerridwen si
ritirò per riposarsi lasciando ancora all' aiutante il compito di vigilare la mistura.
Ubbidendo alle disposizioni il giovane aggiunse
le erbe ma, rimestando nel pentolone gli schizzarono tre gocce bollenti sulle
dita scottandolo. Per istinto Gwoin si portò le dita alla bocca cercando
sollievo. In quel momento la magia lo avvolse riversandosi nel suo cuore e
nella sua mente.
Spaventato da quanto era accaduto, il
ragazzo non ebbe il coraggio di confessarlo alla dea e fuggì dal castello prima
che lei si risvegliasse.
Quando la dama si destò e intuì l'accaduto,
accecata dalla collera, proprio lei che era sempre stata gentile e disponibile con
tutti, si mise all'inseguimento del giovane per ucciderlo.
Per sfuggire alla cattura Gwoin ricorse alla magia e si trasformò in una lepre e la dea, a sua volta per non farselo scappare, tramutò in un levriero. Vistosi raggiunto, il ragazzo si tuffò nel lago trasformandosi in un pesce e la dea lo seguì, assumendo le sembianze di una lontra, predatrice di pesci. Disperato il giovane uscì dal lago e pensò di trasformarsi in un uccello, ma l’inseguitrice non lo mollò e divenne a sua volta una civetta predatrice.
Esausto e demoralizzato, il ragazzo giocò
di astuzia e pensò di trasformarsi in un chicco di grano mimetizzandosi tra tanti
altri chicchi di grano, ma la dea intuì l'inganno e divenne una gallina che, becchettando qua e
là, alla fine individuò il fuggitivo e prima che questi mutasse in qualcosa d’altro,
se lo ingoiò.
L'incantesimo operato dalle erbe magiche
non ebbe fine in quel momento, bensì nove mesi dopo, quando la dea diede alla
luce un bambino talmente bello e solare, che sua madre decise di chiamarlo Taliesin,
che significa “Splendida Fonte “.
Il bambino crebbe diventando sempre più bello e ammaliatore, difatti, la sua voce iniziò a espandersi melodiosa nella foresta, per la valle e persino sui monti, incantando tutti quelli che avevano la fortuna di ascoltarlo.
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Fantastica questa leggenda. Una delle tante che non conoscevo e grazie a te ora conosco. Grazie.
RispondiEliminaOtra leyenda revitalizada por tu esplendorosa imaginación llena de recursos para hacer interesante el relato y que deje una enseñanza...
RispondiEliminaAbrazo grande.
Un'intera riserva di leggende molto appassionate e favolose nel loro genere e a volte un pochino inquietante ma sempre piacevoli da conoscere e leggere. Un abbraccio Vivì
RispondiEliminaSuggestione, e tanta fantasia in un racconto avvincente e di bella lettura...
RispondiEliminaSereno giorno carissima Vivì,silvia
Una leggenda che pare una favola. Molto piacevole.
RispondiEliminaBellissima leggenda che non conoscevo.Grazie e buona giornata.
RispondiEliminaQuesta favola è davvero fantastica .., mi sono lasciata trasportare dall'immaginazione quando la principessa ha inseguito un giovane che si travestiva per condividere la sua immagine.
RispondiEliminaDavvero il tuo lavoro è fantasioso!.
Saluti.
Сказка! Красивая сказка! Благодарю вас!
RispondiEliminaIncantevole leggenda, colma di colpi di scena, alla fine dopo tante peripezie nasce un bambino meraviglioso con una voce melodiosa. Opera molto bella e ben strutturata che ho gradito moltissimo. Un affettuoso saluto Vivì, sempre più brava, Grazia!
RispondiEliminaIncantada da questa stupenda leggenda!Poesia,musica e canto.Niente guerra ne gelosia o invidia,ma riparo ad un errore della natura.Molto piaciuta Cerridwen (l'ho immaginata mamma di G.Leopardi.).Quante emozioni grazie ai tuoi scritti.Grazie Vivì.Sei unica!Lu.
RispondiEliminaGrazie a te Lu...i tuoi complimenti mi esortano ad andare avanti e a cercare, cercare e cercare spunti e novità. bacioni grandi. ❤❤❤
EliminaAncora una volta mi hai deliziato con una delle tue storie fantasiose. E' sempre piacevole la lettura dei tuoi scritti, Viví.
RispondiEliminaBuon proseguimento di serata 🌙
Leggenda molto accattivante
RispondiEliminaUn caro saluto
Giorgio
Trovi le leggende nordiche un po' inquietanti hanno un senso della magia sempre un po' cupo.
RispondiEliminaBello comunque, brava Vivì