Excalibur era la spada magica di re Artù, il
sovrano più mitizzato, che la letteratura fantastica abbia mai portato alla
ribalta.
Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, mago
Merlino, fata Morgana e infine Nimue la Dama del lago, sono i personaggi legati
alla sorte della spada Excalibur.
Si narra che le spade di Artù fossero due, che la prima gli si spezzò durante un feroce combattimento e che la seconda, la vera Excalibur, gli fu donata da Nimue, la Dama del lago.
La misteriosa dama sembra vivesse in un regno
incantato circondato da un lago, le cui acque sarebbero state soltanto un’astuta
illusione ottica, per mascherare l'ingresso dell’arcana dimora agli importuni o
malintenzionati. E pare proprio che l’inganno funzionasse, considerato che
nessun cavaliere e nessun viandante aveva l’animo di attraversare quelle acque.
In opere diverse, a questa magica protagonista entrata di diritto nella leggenda arturiana, vengono attribuite anche gesta differenti. Sarebbe lei a consegnare ad Artù Excalibur, e ancora lei a portare il re morente, dopo la battaglia di Camlann, all'isola di Avalon. Sarebbe ancora Nimue ad allevare ed educare il giovane Lancillotto rimasto orfano del padre e, infine, ancora lei a sedurre mago Merlino, a ingannarlo e imprigionarlo.
La leggenda della Dama del lago trova molte analogie
con quella delle Nereidi. Teti, uno spirito dell'acqua presente nella mitologia
greca, allevava un grande eroe, dal nome risonante: Achille. Tra le altre
similitudini con Nimue, Teti era moglie di Aleo, e la Dama del lago, secondo
qualche versione, aveva un amante che si chiamava Pelleas.
Nella mitologia greca Teti dona l’invulnerabilità
ad Achille, compresi l'armatura e lo scudo forgiati da Efesto, il Dio del fuoco,
mentre Nimue dona a Lancillotto un anello dalle proprietà magiche e protettive.
Nel romanzo di Excalibur, invece, Nimue era una
giovane bellezza dagli occhi scuri e capelli neri destinata a diventare una
schiava, ma la nave che trasportava tanti altri disgraziati come lei naufragò e la ragazza fu l'unica superstite.
Questo particolare indusse mago Merlino a credere che la giovane fosse predestinata a compiere grandi imprese e che su di lei fosse scesa la benevolenza e la protezione degli dei.
Questa arcana figura femminile è stata sempre e
comunque associata alle fonti dell'acqua e dei laghi. Difatti anche il suo nome
deriverebbe, in ogni versione letteraria, da divinità associate sempre all’elemento
acquatico.
Nimue sarebbe una diminuzione di Mnemosine, la
madre delle nove Muse e delle Ninfe dell'acqua. In altre opere, la protagonista viene chiamata
Vivien, che deriverebbe da Coventine, divinità celtica delle acque.
Una degli adattamenti più conosciuti della Dama
del lago è quello nel film “Excalibur” del 1981. Nella pellicola non si vede mai
chiaramente il volto della misteriosa creatura, mentre ben visibile e in primo
piano è il braccio che emerge dalle acque del lago e che porge in dono la spada
al giovane Artù.
Nel momento in cui il re di Camelot, ormai
anziano, spezzerà la lama buttandola nelle acque, Nimue la raccoglierà, riparandola
e riconsegnandola al sovrano.
Comunque, in tutte le fantasiose versioni conosciute, la
dama è sempre la custode di Excalibur, simbolo di potere assoluto e in grado di
riunire i cavalieri sotto il comando di colui in grado di brandirla.
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immagini Phoneky
Ciao Vivì. Bella la leggenda di Excalibur e alcuni particolari che ignoravo adesso, grazie al tuo post, li conosco. Moooltooo interessante. Ciauz!
RispondiEliminaUna leggenda molto intrigante quella della spada di Excalibur, che in tutte le sue versioni riesce ad avvincere il lettore....
RispondiEliminaBrano letto con immenso piacere..
Buon giovedì e un forte abbraccio, cara Vivì, silvia
Sempre accurato e avvincente il tuo lavoro.ne ignoravo gran parte ;ancora una volta ,leggerti,mi arricchisce.Ciao.Lu.
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