Vittime di una nave pirata? Sbranati dagli
squali o attaccati da un mostro marino? O forse erano stati rapiti dagli alieni?
Che fine aveva fatto l'intero equipaggio del
brigantino Mary Celeste?
Il 5 dicembre del 1872 la nave inglese “Dei Gratia”
entrò nel porto di Gibilterra trainando un veliero abbandonato.
I marinai inglesi giurarono, che sia l'avvistamento
che il recupero del brigantino, ritrovato al largo delle Azzorre, che fosse avvenuto in
circostanze assai misteriose.
L'abbordaggio da parte dei marinai inglesi era
avvenuto dopo svariati tentativi di richiamare l’attenzione di chiunque si
fosse trovato a bordo del veliero, ma a quei richiami nessuno aveva risposto.
Eppure, il brigantino appariva in buone
condizioni con quasi tutte le vele spiegate al vento. Gli uomini notarono che la
nave procedeva in modo strano, con la vela maestra piegata e quella di gabbia stracciata
dal vento. Il veliero era chiaramente alla deriva, in balia del vento e delle
onde e tendeva a straorzare, come se non ci fosse nessun nocchiero a governarne il
timone.
Gli inglesi misero in mare una loro scialuppa e
raccontarono che accostare la nave fantasma non fu affatto facile, dato le
condizioni del mare e tantomeno semplice fu la manovra di abbordaggio.
Occorsero molti tentativi prima che i marinai riuscissero a salire a bordo.
Le condizioni in cui gli inglesi trovarono la
nave contribuì a infittire il mistero. Sulla coperta non vi era anima viva e, a parte
un po' di confusione, non vi erano segni di violenza né di furiosi combattimenti.
Il ponte era deserto e lo erano anche le cabine e la cambusa. Trovarono un po’ di
acqua nelle sentine, ma nulla che non si potesse eliminare facilmente con le
pompe idrauliche.
Anche i viveri e le scorte di acqua potabile erano
al loro posto e non mancavano nemmeno gli effetti personali dell'equipaggio.
Il libro di bordo, nella cabina del comandante,
era aperto e vi era annotato di essere appena usciti illesi da una tempesta. A
parte la confusione che regnava un po’ dappertutto, dovuta probabilmente alle
condizioni del mare in burrasca, le uniche cose che mancavano, erano un sestante e una
scialuppa di bordo.
Gli inglesi raccontarono di aver trovato dei
piatti pieni di zuppa ancora calda e persino un sigaro acceso. Significava che
qualsiasi cosa fosse accaduta, era recente e aveva costretto l’intero
equipaggio all’abbandono precipitoso della nave. Allora, perché mancava solo
una scialuppa? Se davvero erano stati costretti a fuggire, di natanti ne sarebbero occorsi molti di più per il
numero dei marinai presenti a bordo. Inoltre, il mare intorno al mercantile
inglese era deserto e non si vedeva ombra di naufraghi e di relitti.
I soccorritori avevano raccontato tutta la verità o avevano arricchito il loro resoconto donando un'impronta misteriosa al ritrovamento?
Comunque il dubbio rimaneva: che fine aveva fatto l'equipaggio del veliero?
Al loro arrivo a Gibilterra, il procuratore capo
aprì un'inchiesta, che non approdò a nulla.
Furono vagliate parecchie ipotesi e persino il
comandante inglese del mercantile venne sospettato e indicato dall’investigatore come l’artefice
della scomparsa dell’equipaggio, con la complicità dei suoi marinai. E tutto per appropriarsi del diritto di possesso della
nave recuperata, come indicato dalla legge del mare, ma l’accusa decadde miseramente
quando si scoprì che il capitano era già compartecipe di quel bene.
Il mistero di quella collettiva sparizione
rimase irrisolto e ogni tanto torna ancora alla ribalta servendo da ispirazione per
scrittori e sceneggiatori cinematografici.
immagini Phoneky
Una leggenda che già conoscevo e che mi ha fatto piacere ritrovare sul tuo blog. Il mistero continua ad avvolgere l'intera vicenda e forse non verrà mai svelato.
RispondiEliminaMolto bella e avvincente questa storia.
RispondiEliminaNon la conoscevo e credo sia sicuramente da approfondire.
Queste storia mi intregano tantissimo.
Una storia avvincente e intrigante letta tutta d'un fiato...
RispondiEliminaBuona domenica e un abbraccio, carissima,silvia
Grazie mia cara amica. Buona domenica e un abbraccio grande.
RispondiEliminaCoinvolgente ,questa storia drammatica,e non unica,dei naviganti.Solo tu,riesci,sebbene misteriose, a rendere stimolanti e affascinanti queste vicende marine .Lu.
RispondiEliminaGrazie Lu...un bacione.
RispondiEliminaAdoro i racconti di fatti misteriosi e il tuo, molto ben scritto, mi ha intrigato parecchio! Un caro saluto Vivì.
RispondiEliminaUna vicenda intrigante che hai saputo rendere davvero molto bene, aumentandone il mistero e il fascino.
RispondiEliminaBuona giornata Vivì
Sin duda, un historia llena de intriga e interés.
RispondiEliminaLo has narrado de forma excelente.
Un abrazo.
Vengo a leggerti anche qui, dove trovo racconti intriganti e misteriosi
RispondiEliminaAncora un abbraccio ed un sorriso
Giorgio
Grazie mille...la tua presenza e i tuoi commenti sul mio blog sono sempre molto graditi. Un abbraccio.
EliminaBello anche. Mistero e ancora mistero. Complimenti.
RispondiEliminaBellissimo racconto intrigante e misterioso. Ben strutturato, Molto apprezzato. Un caro saluto Vivi, Grazia!
RispondiEliminaComplimenti per la vera storia della Mary Celeste
RispondiEliminaCLICCA QUI