La parola “sfinge” deriva da un termine greco
molto antico e per noi non trascrivibile, per via delle enormi differenze tra
il nostro alfabeto e quello greco, un termine accomunato dai Greci stesso al
verbo strangolare. Da questo deriverebbe la logica traduzione della parola
sfinge come “la strangolatrice”. Una nomea terrificante che, secondo la
leggenda, sarebbe ben meritata da questa creatura, in alcuni casi descritta con
il corpo leonino e la testa umana, grandi ali di uccello, detta scientificamente
androsfinge, raffigurata invece con testa d'ariete, briosfinge e, infine le
ieracosfinge, come vennero definite da Erodoto le figure leonine con testa di
falco.
All'inizio, una sfinge poteva avere, indifferentemente, le sembianze sia maschili che femminili, spesse volte scolpite con il volto del faraone regnante, solo in seguito divenne definitivamente alata e con sembianze femminili.
Famosa è la leggenda dell' indovinello che la
sfinge, posta a guardia dell'ingresso dell'antica città greca di Tebe, poneva
ai viandanti che volevano entrare.
La sfinge poneva il suo quesito, al quale la
persona doveva dare la giusta soluzione e se ciò non fosse accaduto, la pena
inflitta dalla mostruosa sentinella sarebbe stata la morte.
Si narra che nessuno tra i pellegrini, i
viandanti e gli stessi tebani riuscisse a risolvere l’enigma, per cui la città
rimase a lungo assediata dal mostro e isolata dal resto del mondo.
Creonte, figlio di Liceto e re di Tebe, disperato
per aver perso il proprio figlio a causa del quesito posto dalla mitica creatura, promulgò
una legge che prometteva il suo regno e la mano di Giocasta, vedova di Laio, a
chi avesse dato la soluzione e sconfitto quel guardiano mostruoso.
Edipo accettò la sfida e si diresse alla rupe
sulla quale stava di guardia la sfinge, che lo interrogò: “Chi, pur avendo una
sola voce, al mattino si trasforma in quadrupede, a mezzogiorno in bipede e alla
sera diventa un tripide?”
Edipo non ebbe esitazioni e rispose:" L'uomo che nell'infanzia
striscia su quattro zampe, in età adulta cammina su due piedi e, infine, nella
vecchiaia utilizza un bastone d’appoggio.”
Nel finale della leggenda, la sfinge, dopo
essere stata sconfitta da Edipo si getta da una roccia molto alta e muore
mentre, in un'altra versione, il mostro divora se stesso.
Edipo torna vittorioso nell'antica Tebe, sale
al trono e sposa la bella Giocasta, ma ancora non conosce il drammatico
risvolto che avrà la sua vita molti anni dopo.
Secondo
un altro mito, invece, esisterebbe un altro quesito: “Vi sono due sorelle, la
prima dà alla luce l'altra e questa a sua volta dà vita alla prima. Chi sono?”
La risposta era il giorno e la notte difatti,
nella lingua greca, entrambi i termini sono femminili.
Infine, il monumento più famoso che raffigura questo
mostro mitologico è quello posto a guardia della necropoli di Giza, in Egitto.
La colossale sfinge misura una ventina di metri
di altezza e più di settanta di lunghezza.
Interessante. Complimenti.
RispondiEliminaCiao Vivì. Conoscevo il primo degli indovinelli posti dalla Sfinge ai passanti mentre del secondo è la prima volta che ne sento parlare e ti ringrazio per queste piccole perle di cultura che offri con questi tuoi post. Una leggenda molto interessante. Ciao e alla prossima.
RispondiEliminaBuonanotte cara amica, come stai! la sfinge mi rende terrificante e ispira curiosita e paura; ero completamente all'oscuro delle origini di questa strana bestia mutante, sono stata felicissima di ascoltare una nuova storia!
RispondiEliminaBaci e buon inizio di settimana ✧ ・ ゚: * ✧ ・ ゚: *** ✿❀ ❀✿ ** ✧ ・ ゚: * ✧ ・ ゚: *😘😘😘
Interessante e ricco il tuo approfondimento sulla Sfinge.Brava!Ciao Vivì.Lu.
RispondiEliminaA maior parte das pessoas conhece a esfinge da arquitetura egípcia.
RispondiEliminaAbraço.
Juvenal Nunes
Grazie Juvenal. A presto, spero.
EliminaNotizie accattivanti e di aprticolare interesse, in questo speciale articolo.
RispondiEliminaBuona domenica carissima, silvia
indovinelli particolarmente aggrovigliati, in questa storia della sfinge vengono indovinati dall'arguzia di edipo re. Trovo molto bella ed allettante questa storia che non sapevo così particolareggiata e, tu Vivì l'hai spiegata benissimo. Complimenti per la rua fervida fantasia. Un caro saluto, da Grazia!
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