Perché Torino si chiama così e perché ha per
simbolo un toro rosso?
La leggenda narra che nei boschi, che circondavano
il capoluogo piemontese nell'antichità, dimorava un drago terrificante, che
seminava morte e distruzione terrorizzando gli abitanti.
Lo sgomento e la paura dilagavano, ma non per questo i torinesi persero la volontà di difendere le loro case e i loro cari.
Purtroppo, ogni loro tentativo di contrastare
le fulminee e disastrose sortite del drago fallì miseramente. Nonostante la
supremazia numerica degli esseri umani, le forze erano da considerarsi impari,
sia per la mole del drago che per la potenza eruttiva delle sue fauci. La creatura alata era enorme e in grado di
emettere vampate di fuoco distruttive anche quando era in volo.
Considerata l’inutilità della loro strenua
difesa, i cittadini decisero di inviare in loro difesa un colossale toro dall'indole
selvaggia e dal manto rosso e in quell'animale riposero ogni loro speranza di
salvezza. Per renderlo ancora più forte e determinato ricorsero a uno
stratagemma inducendolo a bere un miscuglio di vino rosso e acqua.
Come previsto il toro divenne ancora più
furioso e battagliero e quando lo condussero nel bosco e si ritrovò davanti al
drago, senza mostrare nessun
tipo di soggezione, vi si scagliò contro deciso a combattere.
Lo scontro tra le due mastodontiche creature fu
feroce e avvenne sotto gli occhi spaventati e nel contempo speranzosi degli abitanti.
Dopo una serie infinita e cruenta di colpi, il toro
riuscì a ferire il drago con le sue corna imponenti provocandone la rovinosa
caduta quindi, prima che il rivale avesse modo di muoversi, sferrò il suo
attacco mortale ferendolo nei punti vitali e uccidendolo.
Il popolo acclamò il suo salvatore e decise di
inserirne la figura nell'emblema della città, in segno di profonda gratitudine.
Per i torinesi il Toro Rosso divenne una
divinità tanto ammirata che pensarono persino di dedicare il nome della loro
città al salvatore dell’intera comunità.
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