Questa leggenda è originaria dell'Abruzzo,
ma ricorda molto quella dello Mazapègul, lo spiritello dispettoso di cui ho
narrato in precedenza. Infatti, descrive anch’essa una mitica creatura che
disturba il sonno dei dormienti posandosi sul loro petto e impedendogli di
respirare e di muoversi. Il malcapitato di turno, nel caso specifico quasi sempre
un uomo, si sveglierà di soprassalto col respiro mozzo e il suo sguardo smarrito
e terrorizzato si troverà a fissare due pozzi di bracci ardenti.
Quelle braci sono gli occhi della Pantafica, o Pantafeche, spesso descritta come una strega o come lo spettro di una donna che si aggira nel
cuore della notte sul luogo della sua morte e, che se trova il modo, si intrufola nelle case e assedia il sonno dello sventurato di turno.
La Pantafica, oltre ad avere gli occhi
iniettati di sangue, indossa una lunga e logora veste bianca ha i capelli
candidi come la neve e il viso lungo e appuntito.
Capita a molte persone, di sovente, di svegliarsi di soprassalto nel cuore della notte con il respiro mozzo e con la raggelante sensazione di paralisi completa. Per la scienza si tratta di apnee notturne e sarebbero più a rischio gli uomini ma, in Abruzzo, si pensa più a una spiegazione soprannaturale: la causa della paralisi del sonno sarebbe sempre la Pantafica.
Siccome l'incubo è vissuto come un
trauma dal protagonista, la tradizione popolare ha escogitato alcuni rimedi per
tenere lontana la spettrale creatura. La soluzione più semplice sarebbe quella
di evitare di dormire supini, in modo da impedire che la creatura si possa
accovacciare sul petto del dormiente, ma la sua efficacia sarebbe limitata fino
al momento in cui il soggetto cambia posizione.
Il rimedio più consigliato, invece,
sarebbe quello di lasciare sul comodino una fiaschetta di vino. Pare che la molesta
visitatrice notturna ne sia ghiotta e in questo modo passerebbe la maggior parte
del tempo a sbronzarsi.
Altri rimedi sono quelli di lasciare ai
piedi del letto sacchetti colmi di legumi o di sabbia oppure una scopa di
saggina. Si narra infatti che, proprio come le streghe, la Pantafica abbia la mania di
contare le piccole cose e, con l’ingegnoso stratagemma, rimarrebbe impegnata
tutta la notte dimenticandosi di torturare il dormiente.
Un ultimo e importante suggerimento è
quello di evitare di lasciare oggetti appuntiti piantati nel legno perché lo
spettro si innervosirebbe a tal punto da rivalersi sullo sventurato.
Ricerca effettuata sul web
immagini dal web
Una leggenda originale, e avvincente, che ho letto con immenso piacere..
RispondiEliminaUn abbraccio, cara Vivì,silvia
Si, qui in Campania ci sono molte leggende riguardo a questa strega che si mette sul petto di chi dorme. Anche qui si metteva una scopa per distrarla, dato che ama contare le piccole cose. Si dice che questi rimedi non vanno adottati se c’è qualcuno in casa nato nel mese di gennaio, in questo caso lei non entrerebbe. Ma non ne so il motivo. Ovviamente sono solo leggende, come hai detto anche tu, questi fenomeni hanno una spiegazione scientifica, si tratta di paralisi del sonno, provocano anche allucinazioni, ecco perché le persone dicono di vedere qualcuno sul loro petto. Buona giornata, cara.
RispondiEliminaEccomi qui, da (metà) abruzzese, confermo.
RispondiEliminaQui la pantafica è conosciutissima ed è vista come la causa delle paralisi notturne.
Ormai non si pensa più a rimedi tipo legumi o vino... l'essenziale è non essere stressati per avere un sonno rilassato e riposante.
Ma... è chiaro che nella società modernissima di oggi, dove tutti siamo stressati, le pantafiche ancora esistono, paradossalmente ;)
Moz-
Genial e imaginativo relato. Te mando un beso.
RispondiEliminaBelle e strane queste usanze per tenere lontana la Pantafica, è la prima volta che sento parlare di questo spiritello dispettoso. Forse è conosciuto di più nelle regioni del centro sud, che qui al nord. Io, comunque dormo sempre su un lato, in ogni caso, sono al sicuro, poi, se se la prende solo con gli uomini, meglio ancora ! Buona domenica.
RispondiEliminaUna leggenda molto originale.Grazie
RispondiEliminaE' la prima volta che leggo questa leggenda-Sei bravissima a raccontare,complimenti -
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