Leggenda o realtà?
Fu Alexander Dumas padre a crearne il
personaggio nel romanzo "Il visconte di Bragelonne", capitolo conclusivo del ciclo
i Tre moschettieri. Dall'opera dello scrittore francese sono stati tratti molti film, l’ultimo
dei quali è quello interpretato da Leonardo di Caprio.
In realtà, pare che Dumas avesse preso spunto dalla notizia di un prigioniero, la cui vera identità rimase sconosciuta perché mai accertata, vissuto all'epoca del re Sole, Luigi XIV di Francia. Secondo questa versione, il misterioso prigioniero mascherato sarebbe stato il frutto dell’amore segreto della regina Anna d’Austria con un uomo rimasto sconosciuto. Qualcuno ipotizzò anche il nome del cardinale Mazzarino, successore di Richelieu.
Anche Casanova fece cenno a questo misterioso
personaggio nella sua biografia “Storia della mia vita” dove affermava che il
suo insegnante di francese aveva ricevuto dal re di Francia la confidenza, che
la famosa “Maschera di ferro”, di cui tutti parlavano, era solo una leggenda. Per
il sovrano non esisteva nessun prigioniero che languiva nelle prigioni francesi
in quello stato.
Nel creare il personaggio Dumas s’ispirò ad
alcune ricerche effettuate dallo scrittore e filosofo Voltaire, che detenuto
per un breve periodo nella Bastiglia raccolse la testimonianza di alcuni
carcerieri, i quali, gli parlarono di un prigioniero soprannominato “Maschera
di ferro” per via del suo volto coperto da una maschera di velluto nero assicurata
da robuste cinghie metalliche alla nuca. L'uomo, evidentemente già avanti negli
anni, sembrava soggiornasse in modo privilegiato in un locale che tutto
sembrava tranne essere un luogo di costrizione.
Al prigioniero non mancavano il cibo, gli abiti
ricercati, i libri e persino un liuto da suonare per allietare le sue lunghe
giornate di prigionia.
Coinvolto emotivamente e professionalmente dal
mistero, una volta scontata la sua pena, Voltaire compì svariate ricerche scoprendo
che, il prigioniero, dopo vari trasferimenti da una fortezza all'altra scortato
da uno dei più importanti dei moschettieri fedeli alla Corona, approdò alla Bastiglia
nel 1698 e venne registrato negli archivi come Filbert Gesnon, nome che solo in
seguito si scoprì essere falso.
Le disposizioni per il trattamento speciale da
riservare al detenuto pare che giungessero dall'alto e nello specifico dal
ministro della guerra, il marchese di Louvois.
Nonostante i numerosi privilegi che gli
venivano riservati, al prigioniero era proibito di parlare con chiunque, tranne
con il suo confessore, con il medico e con il comandante delle guardie, ma solo
e soltanto per questioni riguardanti la sua salute o la sua detenzione. Era anche
libero di togliere la maschera per mangiare e per dormire ma gli era
severamente proibito mostrare il suo volto in ogni caso.
Gli era concesso inoltre di passeggiare nel
cortile del carcere ma sempre sotto stretta sorveglianza e rigorosamente mascherato.
Voltaire scoprì che l’uomo era deceduto
all'improvviso all’età di sessanta anni e che venne sepolto a Parigi nel
cimitero Saint Paul des Champs, ma alterando sull’epitaffio il nome con cui era
stato registrato con Marchoergues o Marchioly e cambiando persino l’età, con il
chiaro intento di rendere impossibile risalire alla sua vera identità.
Le ipotesi sulla reale esistenza della “Maschera di ferro” e i motivi della sua detenzione si moltiplicarono, e alcune supposizioni risultarono molto suggestive. Si narrò che fosse Filippo il fratello gemello di Luigi e che essendo nato pochi minuti prima del fratello, era di diritto l’erede al trono e che fu proprio Luigi, desideroso di diventare re, a tramare per la prigionia dello sfortunato fratello. Un'ipotesi che giustificava tutti i privilegi riservati al prigioniero.
Ma si
ipotizzò anche che il detenuto conoscesse alcuni segreti di Stato, che si
temeva potessero essere divulgati e che essendo il suo viso sin troppo noto,
fosse necessario tenerlo nascosto. Infine, tra le teorie più suggestive era
quella che descriveva la “Maschera di ferro” come il padre naturale di Luigi. Secondo
questa narrazione fu proprio il cardinale Mazzarino che, a causa della mancanza
di un erede al trono di Francia, organizzò gli incontri segreti della regina
Anna con un rampollo della prestigiosa casa Borbonica, la cui identità rimase
segreta. Il piano dell’ecclesiastico riuscì e per evitare che l’amante segreto
della regina divulgasse la notizia della sua prossima paternità, lo fece imprigionare,
condannandolo a portare la maschera sul volto e imponendo ai suoi carcerieri la
segretezza assoluta.
Tra le tante ipotesi, finzioni e mezze verità, l’identità della Maschera di ferro rimarrà in eterno un mistero.
ricerca effettuata sul web
immagini dal web
E' sempre un gran piacere lasciarsi coinvolgere dai tuoi avvincenti racconti...
RispondiEliminaUn forte abbraccio, mia cara, silvia
Una storia che mi ha sempre affascinato. Credo ci sia un fondo di verità e che non sia una semplice leggenda, se non altro per tutte le ricerche fatte da Voltaire. È anche vero che sicuramente si è molto ricamato finendo appunto per trasformare la storia in mito, in leggenda. Chissà se risolveremo mai questo enigma, se scopriremo chi era davvero la maschera di ferro. Un abbraccio, cara.
RispondiEliminaSi fecero tante ipotesi che riguardavano la corte francese. Alla fine quest'uomo fu imprigionato in una fortezza e costretto a portare per tutta la vita un'orribile maschera di ferro, un malvagio supplizio. Bellissimo leggere le tue storie perché ci rinverdiscono la memoria su tante cose. Un abbraccio Vivi, Grazia.
RispondiEliminaUna leggenda molto suggestiva e appassionante. Visto il film con Di Caprio molte volte e pensare che si basi su una storia di vita vera è impressionante. Grazie per questo post. Saluti.
RispondiEliminaEstória envolvente que gostei de ler. Todas as lendas têm sempre algo de verdade.
RispondiElimina.
Saudação poética
.
Pensamentos e Devaneios Poéticos
.
Siempre me gusto esa historia , te mano un beso
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaOlá, minha amiga!
RispondiEliminaMuito Obrigado, pela visita e gentil comentário, que muito apreciei.
É verdade. Ao certo, não se sabe se o homem da máscara de ferro existiu ou não. Vi vários filmes, várias versões, que abordam este tema. Poderá ter sido apenas um romance de Alexandre Dumas, ou pode ter existido mesmo. Não sabemos ao certo.
Excelente texto!
Parabéns!
Continuação de ótima semana!
Abraço.
Mário Margaride
http://poesiaaquiesta.blogspot.com
Olá, aqui ainda é um Bom dia, aí, na bela Itália, te dou uma boa tarde!
RispondiEliminaSeu blog é lindo, estou me inteirando se tuas postagens, estou gostando muito do que estou lendo.
Agradeço tua visita, você é muito bem vinda no Porto das Crônicas.
Um bom fim de semana pra você, com saúde e cuidando-se!
beijinho
Ho visto più volte il film, molto affascinante!!!
RispondiEliminaSicuramente si trattava di una figura scomoda. Chiunque, per qualsiasi ragione, sia ritenuto pericoloso viene emarginato o nascosto dalla società degli uomini. Una leggenda questa che racchiude una grande verità.
RispondiEliminaQue interesante ♥ Muchas gracias por compartir
RispondiEliminaCom tantas hipóteses não confirmadas faltava agora lançar o desafio para aqueles que quisessem, de sua livre vontade e imaginação, aventarem novas hipóteses.
RispondiEliminaAbraço amigo.
Juvenal Nunes
Ricordo dei fascicoli in allegato al "giornalino" che mi capitava di guardare tanti anni fa, all'interno c'era anche un articoletto dedicato alla maschera di ferro, l'angoscia che provavo leggendolo....
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