Sul monte Olimpo

Sfogliano per incanto pagine di un tomo

e tra righe e righe risuona un frastuono

è la voce adirata del re dell’Olimpo

assiso tra astri nell'onirico tempo.

La volta si screzia di ardenti strali

è Zeus del bel tempo e dei temporali,

siede al suo fianco Era la divina,

prospera, lattea e sulle altre regina.

Ricciuto e rubizzo il dio Dionisio

che elargisce il vino con paffuto sorriso,

diamante splendente tra tante stelle,

celestiale Afrodite, la bella tra belle.

Se appare Ares, il dio della guerra

fiumi di sangue si beve la terra,

mentre l’impavida Athena, dea della caccia

s’inoltra nei boschi con arco e freccia.

Se solchi il suo mare senza alcuna ragione

scateni la collera del dio Poseidone

ma se lampo di luce squarcia l’oscuro

è Apollo che è faro e sole imperituro.

Dea assai saggia ma senza protervia

con scudo e corazza è la dea Minerva

e se son bionde le messi assai rigogliose

è Demetra che dona, la dea più generosa.

Mette ali ai suoi piedi correndo leggero

il divino Hermes, degli dei il messaggero.

Lapilli e lava, vulcanico è il gesto

erutta la collera del dio Efesto. 

Dodici gli dei sul monte Olimpo

immortalati  nel leggendario tempo,

ma ecco si chiude il libro dei sogni

e svaniscono gli dei  e il mitico regno.

Poesia pubblicata sul sito Scrivere

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