La leggenda della strega del Vesuvio nasce da un drammatico avvenimento. Nel 1858 il vulcano esplose con una devastante eruzione, che provocò molti danni e molta paura e che durò per diverso tempo. Si narra che subito dopo la prima colata lavica, nei villaggi situati intorno al vulcano, iniziarono degli strani e inquietanti fenomeni. Durante la notte seguente all'eruzione, i contadini locali avvertirono urla strazianti di donna provenienti da qualche punto imprecisato e, la quiete che aveva caratterizzato fino allora quei luoghi, si dissolse come neve al sole.
L'inquietante fenomeno si verificò per alcune notti consecutive e inutilmente al sorgere dell'alba gli abitanti, armati fino ai denti e pronti a tutto, si misero alla ricerca della donna, causa delle forzate veglie notturne. Le ricerche continuarono per giorni ma risultarono infruttuose, tanto, che l'intera vicenda, passata di bocca in bocca, si ammantò di magia e di mistero.
Nei fantasiosi racconti iniziò a delinearsi la figura di una strega malefica prigioniera nel vulcano e i contadini, ossessionati e spaventati dai sinistri fenomeni, decisero di interpellare una famosa fattucchiera del luogo conosciuta come “ a vecchia e Mattavona”. La donna accettò l'incarico e recatosi sul posto iniziò a formulare vari incantesimi, che misero fine alle urla strazianti.
Si narra, però, di un lungo ed estenuante scontro tra le forze del male ultraterrene e quelle del bene ma che, alla fine, il vulcano si riaddormentò e le notti tornarono tranquille nei villaggi dei dintorni.